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I templi di Angkor: la top 5 di Angelo e Giulia

I templi di Angkor

Dettaglio – foto di Angelo e Giulia

Esplorare la Cambogia non è tra le mie priorità immediate. Questa piccola certezza non nasce dal fatto che non riesco mai a ricordare i nomi delle località del Sud Est asiatico, ma da un’altra consapevolezza: il tempo per viaggiare è troppo poco e ci sono parti del mondo dove non mi sono ancora spinta e dove non so dire se e quando mi spingerò. Non perché non mi incuriosiscano, ma perché gli itinerari della vita a volte si inanellano uno dopo l’altro in un modo che, inevitabilmente, lascia fuori altri percorsi possibili.

Questo non vuol dire che non mi interessi provare a lasciare qui su Hobomondo i suggerimenti di altri viaggiatori, pensando che possano essere utili a qualcun altro che si sta per avventurare verso nuove terre.

Qualche settimana fa ho letto un post scritto su Blogdiviaggi da una coppia di amici, Angelo e Giulia. Il titolo prometteva molto bene: Da Bangkok a Siem Rap via terra evitando le truffe. Angelo e Giulia l’estate scorsa hanno viaggiato con lo zaino in spalla tra Thailandia e Cambodia. Ho chiesto loro di scrivere un post per Hobomondo.

E loro hanno deciso di partire proprio da dove arrivava il post che io avevo notato: la provincia di Siem Rap. È proprio qui che si trova uno dei patrimoni dell’Unesco, il Parco Archeologico di Angkor.

La parola ai miei ospiti.

I templi di Angkor

di Giulia e Angelo* 

Quando Londra era ancora un paese, Angkor era un impero. O, meglio, il cuore politico e religioso dell’impero Khmer, che prosperò in queste terre tra il IX e il XV secolo d.C. Si estendeva nella giungla lussureggiante in quella che oggi è la provincia di Siem Reap in Cambogia e che attualmente conta, all’interno del parco archeologico di Angkor, quasi un migliaio di templi sparsi su una superficie di circa 400 chilometri quadrati. Ma quali sono quelli da non perdere?

Ecco i fantastici cinque:

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Banteay Srei Foto di Angelo e Giulia

Banteay Srei (X secolo)

La Fortezza delle donne, uno dei templi più antichi, dedicato al culto del dio Shiva. Sarà l’eleganza dell’arenaria rossa che nella luce del mattino assume una sfumatura rosata, sarà la delicatezza dei bassorilievi finemente scolpiti che raffigurano storie leggendarie e divinità danzanti con sembianze di fanciulla (apsara e devata): questo tempio un po’ fuori mano è da molti considerato la più preziosa gemma dell’arte khmer.

 

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Phnom Bakheng
Foto di Angelo e Giulia

Phnom Bakheng (IX secolo)

Armatevi di bottiglie d’acqua e inerpicatevi sulla sommità di questo tempio-montagna da cui si gode, soprattutto al tramonto, una vista mozzafiato sull’intero sito archeologico di Angkor. Per i più snob, c’è la possibilità di compiere la salita a bordo di un elefante (dall’aria un po’ triste).

 

i migliori templi di angkor

Angkor Thom e Bayon
Foto di Angelo e Giulia

Angkor Thom e Bayon (XII-XIII secolo)

L’ultima delle capitali dell’impero Khmer, sotto il re Jayavarman VII. A guardia di ognuna delle cinque entrate in città stanno i mostruosi naga, serpenti mitologici a sette o nove teste che rappresentano il ponte tra il mondo degli dei e quello degli uomini. Narra una leggenda che all’inizio dei tempi una principessa naga sposò il primo re dell’antica Cambogia, dando così origine al popolo khmer. All’interno di Angkor Thom svetta il Bayon, anch’esso un tempio-montagna, le cui torri quadrangolari raffiguranti grandi visi scolpiti, sorridenti ed enigmatici, non smettono di affascinare chi si trova a sostenere il loro sguardo. Scrisse Maurice Glaize, l’archeologo che dedicò la sua vita allo studio di Angkor, che “sul terrazzo superiore regna il mistero. Dovunque uno si volti, i visi di Lokesvara ti seguono e dominano con la loro presenza multipla, sempre controbilanciati dalla massa travolgente del cuore centrale”.

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Ta Prohm
Foto di Angelo e Giulia

Ta Prohm (XII-XIII secolo)

Conosciuto ai più come Jungle Temple e per essere stato utilizzato come location cinematografica nel film Tomb Raider, il Ta Prohm è probabilmente il luogo più suggestivo del complesso di Angkor. Qui la natura, incurante della storia dell’uomo, ha urlato con arroganza il suo primato, avvolgendo ogni ostacolo con abbracci tentacolari. I semi portati dal vento si sono posati sulla cima di mura e rovine, e gli alberi (tetramelacee e ficus strangolatori) sono cresciuti, allungando le loro radici fino al terreno. Assicuratevi di aver ricaricato le batterie della vostra macchina fotografica, perché è uno degli angoli più magici, meravigliosi e fotogenici di questa parte di mondo.

dove vedere l'alba ai tempi di angkor

Angkor Wat
Foto di Angelo e Giulia

Angkor Wat (XII secolo)

E infine lui, il maestoso, mistico Angkor Wat. Costruito, secondo la simbologia induista, a immagine e somiglianza del monte Meru, sede di tutti gli dei e centro dell’universo: le sue cinque punte sono le sue cinque cime, protette da recinti e un fossato che rappresentano le catene montuose e l’oceano che lo circondano. L’alba di fronte ad Angkor Wat è affollata, ma imperdibile. Che il cielo sia limpido o che le nuvole basse giochino coi raggi del sole che sorge, lo spettacolo delle sue torri a forma di bocciolo di loto che si rispecchiano tra l’acqua e le ninfee vi lascerà senza parole.

E tu, hai visitato i Templi di Angkor? Hai consigli da dare agli altri viaggiatori? Qual è lo scorcio che ti ha emozionato di più?

*[per seguire i viaggi di Angelo e Giulia, ecco la loro pagina su Blogdiviaggi]

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